ECHA considererà l´impatto dei PFAs da refrigeranti in autunno

ECHA – European Chemical Agency ha reso noto che considererà la proposta di restrizione di PFAS nella UE per il settore dei refrigeranti, trasporti e costruzioni solo dopo settembre.

Qui  i Comitati per la valutazione dei rischi (RAC) e per l’analisi socioeconomica (SEAC)  di ECHA esprimeranno le loro conclusioni sulla restrizione, così come hanno fatto a giugno per i settori

  • Miscele di consumo, cosmetici e sciolina (già discussi nella plenaria di marzo); 
  • Placcatura dei metalli e fabbricazione di prodotti metallici (discussi a giugno).

Secondo il comitato RAC, la preoccupazione principale per i PFAS è la loro persistenza, il che significa che possono rimanere nell’ambiente per molto tempo. Inoltre, alcuni PFAS possono costituire un ulteriore problema per l’ambiente e la salute umana. Il RAC ritiene inoltre che l’esclusione di alcuni PFAS dall’ambito di applicazione della restrizione, basata sul loro potenziale degrado nell’ambiente, non sia sufficientemente giustificata.

L’ECHA si sta adoperando per far progredire la formulazione dei pareri, seguendo gli aggiornamenti apportati alla proposta dalle cinque autorità nazionali. I pareri saranno trasmessi alla Commissione europea il prima possibile.

Ricordiamo qui che la proposta di divieto è stata preparata dalle autorità di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia e presentata all’ECHA il 13 gennaio 2023. L’obiettivo è ridurre le emissioni di PFAS nell’ambiente e rendere i prodotti e i processi più sicuri per le persone.

Tutti i PFAS che rientrano nel campo di applicazione della proposta sono molto persistenti nell’ambiente. Le autorità stimano che circa 4,4 milioni di tonnellate di PFAS finiranno nell’ambiente nei prossimi 30 anni se non si interviene.

Peter van der Zandt, direttore dell’ECHA per la valutazione dei rischi, ha indicato questa proposta di divieto come storica e che essa sostiene le ambizioni della strategia dell’UE sulle sostanze chimiche e del piano d’azione “Inquinamento zero”. 

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