Rinnovato il Consiglio esecutivo, l’Unione delle associazioni africane degli attori della refrigerazione e dell’aria condizionata (U-3ARC) ha in serbo molte novità per diffondere e migliorare la refrigerazione in Africa.
Tra le principali azioni, si intende potenziare e intensificare il networking delle aziende e degli addetti ai lavori. «Abbiamo lanciato il primo censimento continentale delle aziende del freddo, avviando una piattaforma specifica. Oltre a essere utile per conoscere lo stato dell’arte del settore, è un’iniziativa preziosa per rafforzare il legame tra le realtà imprenditoriali africane e non solo, condividendo esperienze e buone pratiche», spiega Madi Sakandé, presidente U-3ARC.
In questa finalità organizzativa, il censimento è un momento centrale ed è per questo che è stata pensata una piattaforma dedicata, per sviluppare il mercato della refrigerazione interafricano.
È da segnalare anche l’avvio, a febbraio, del primo centro di formazione e certificazione in Africa per i membri dell’U-3ARC, un’iniziativa particolarmente importante perché si svolgerà direttamente nel continente. Il centro, creato da Zouhaier Landoulsi, Segretario Generale dell’Associazione Tunisina della Refrigerazione e del Condizionamento dell’Aria (ATRC), è finalizzato per garantire formazione continua ai tecnici africani.
Sempre in tema di formazione e conoscenza, va evidenziata l’iniziativa dello stesso Sakandé, titolare della New Cold System (realtà italiana che ha una filiale anche in Burkina Faso), di promuovere un decalogo della buona gestione del freddo.
Si tratta di una proposta, in dieci regole e consigli utili per tecnici e per addetti ai lavori, che toccano diversi temi, dalla scelta dell’acquisto di un impianto di refrigerazione e condizionamento, alla sua ottimale gestione e manutenzione.
«Il decalogo nasce perché spesso in Burkina Faso – e non solo – gli impianti preposti al freddo vengono gestiti da persone non preparate adeguatamente per farlo, con conseguenti sprechi e consumi eccessivi. Basti dire che in energia elettrica si spendono annualmente circa 24 miliardi di franchi CFA (equivalenti a quasi 37 milioni di euro), uno spreco energetico ed economico, che non contribuisce certo a migliorare il settore agroalimentare e altre attività».
Le attività di formazione, che hanno coinvolto anche i giornalisti per far conoscere loro meglio il settore e la tecnologia, proseguiranno per tutto il 2025, anche online ogni mese (visibile sul sito web di U-3ARC), rivolti a tutti i tecnici interessati, organizzati da esperti africani.